La partita a scacchi più appassionante di sempre.

Con l’avvicinarsi del periodo natalizio, fatevi un regalo: se non l’avete ancora vista, fiondatevi su Netflix e avviate il primo episodio de La Regina degli Scacchi. Non ve ne pentirete.
Lo ammetto, io stesso mi sono avvicinato a questa serie con un pò di scetticismo: come può mai una storia basata sul gioco degli scacchi essere appassionante? E ve lo dice uno che a scacchi ci gioca sin da piccolo. Ebbene, ho praticamente divorato i sette episodi che portano all’epilogo, una serie che scivola via da sola, leggera ed entusiasmante come poche, basta semplicemente muovere il primo pedone o, se volete, premere play.
La Regina degli Sacchi è ispirata ad un romanzo del 1983 di Walter Tevis, e racconta la vita di Beth Harmon, personaggio di fantasia ma reale come pochi, una bambina che dopo aver assistito alla morte della madre viene affidata alle cure di un orfanotrofio. All’interno delle sue mura, Beth fa la conoscenza del taciturno custode, il signor Shaibel, avvezzo a giocare le sue partite di scacchi solitarie nel seminterrato; osservandolo di nascosto, la giovane rimane come incantata dalla danza dei singoli pezzi, ancora senza un nome, sopra semplici caselle bianche e nere.
Tra i due nasce una particolare amicizia, e ben presto Beth inizia a dare un nome a quei pezzi, alle caselle della scacchiera, ad ogni singola mossa. Di giorno gioca le sue partite, di notte le rivive sul soffitto, che diventa scacchiera, con i pezzi che prendono forma nella sua mente. È una delle immagini più suggestive e potenti della serie, soprattutto nei primissimi episodi, la trasposizione perfetta di una passione che diventa piano piano ossessione, una dipendenza che non abbandonerà mai Beth e che la porterà a rivaleggiare con i migliori al mondo, non senza conseguenze.
Anya Taylor-Joy è magnetica
Non è un racconto straordinario, sì originale ma non sbalorditivo, eppure partono le immagini a schermo e non si riesce a distogliere lo sguardo, termina un episodio e ne vogliamo subito un altro. È incredibile come La Regina degli Scacchi, nella sua semplicità, abbia questa forza di attrarre lo spettatore e non mollarlo fino ai titoli di coda. E il motivo è più che evidente…
Se la storia è tutto sommato semplice, lo stesso non si può dire della sua protagonista. Anya Taylor-Joy è magnetica. Il personaggio di Beth Harmon le è cucito praticamente addosso, o forse è il contrario, non importa, è il risultato quello che conta e parla di un’interpretazione magistrale. Anya Taylor-Joy ha una presenza scenica dirompente, quando è a schermo è praticamente impossibile distoglierle lo sguardo, una prova di recitazione senza precedenti che le fa meritare un biglietto di sola andata diritta tra le nuove star di Hollywood.
Ambientata nel pieno degli anni ’60, La Regina degli Scacchi è un eccellente manifesto dell’epoca: impeccabili i costumi, le musiche, le scelte cromatiche e i filtri di alcune sequenze, come non ripensare alla camminata in piano sequenza di Beth all’ingresso dell’Hotel Mariposa di Las Vegas, semplicemente perfetta.
Beth Harmon è un personaggio complesso ed eccentrico, carica di glamour eppure sola, l’ossessione per gli scacchi la conduce ben presto in una spirale di autodistruzione, da cui può uscirne solo grazie a un inaspettato ritorno dal passato. Nel corso della sua ascesa-autodistruzione-rinascita, Beth coltiverà una serie di amicizie, tutti personaggi caratterizzati alla perfezione e con un ruolo ben definito nella sua vita, semplici eppure mai banali né scontati.
E poi ci sono loro, le partite a scacchi. Rendere una partita a scacchi avvincente non era un compito facile, eppure Scott Frank e Allan Scott, creatori della serie, non so come, ci sono riusciti: nonostante, nel complesso, le partite vere e proprie occupino uno spazio temporale limitato nel corso dei sette episodi, sono rese a schermo con incredibile maestria, tali da risultare avvincenti e godibili anche da chi non mastica di torri o alfieri.
È arrivato il momento di tirare le somme. Per quel che mi riguarda, La Regina degli Scacchi è una serie imprescindibile, appassionante come poche nell’attuale catalogo Netflix, e con una delle migliori interpretazioni femminili degli ultimi anni.
E non sempre occorre una seconda stagione per raggiungere la perfezione, La Regina degli Scacchi ci si avvicina già così.